Local Tax e Comuni: semplificazione o nuova tassa?

Local TaxLocal Tax: semplificazione dei tributi locali o nuova tassa?

Dopo la presentazione della legge di stabilità (la legge finanziaria), gli amministratori locali si sono legittimamente preoccupati per il taglio previsto dei trasferimenti verso gli enti territoriali (regioni, provincie, comuni, etc.) per complessivi 3,5 e 3,7 miliardi di Euro (vedi capitolo sui taglia per Spending Review).

Per i Comuni in particolare questo taglio si dovrebbe concretizzare in circa 1,2 miliardi di Euro di riduzione dei trasferimenti che, uniti agli effetti del Patto di Stabilità, potrebbero mettere in ginocchio il conto economico di molte amministrazioni che si vedrebbero costrette a tagliare tutto il tagliabile (servizi di ogni tipo) per chiudere i loro bilanci.

La protesta dell’ANCI

L’ANCI protesta per i tagli previsti dal testo. In particolare il Presidente Piero Fassino ha dichiarato: “I comuni italiani sono insoddisfatti della legge che sta uscendo dal Parlamento. Si va verso un taglio drastico di risorse a disposizione”. Per il presidente dell’ANCI si tratta di “una riduzione di risorse per i comuni di 1 miliardo e mezzo di euro per il 2014”.

Creazione di una Local TAX

Per controbilanciare gli effetti negativi dei tagli di cui sopra, il Governo ha proposto un’alternativa per il reperimento dei fondi che verranno tagliati. Non si tratta di nuove imposte quanto, piuttosto, della possibilità di rincarare quelle già esistenti.

Si vorrebbe arrivare ad una totale autonomia fiscale dei comuni con una Local Tax che conterebbe IMU, TARI, TASI, addizionali IRPEF e altre imposte comunali.

E dove sarebbe allora la novità di questa Local Tax per i Comuni? Semplice: le aliquote massime verrebbero liberalizzate permettendo ai Comuni di tassare liberamente i cittadini.

Più soldi per i Comuni

Secondo un studio della CGIA di Mestre l’eventuale sostituzione della miriade di tasse comunali con la Local Tax porterebbe in un’ “unica” soluzione nelle casse degli oltre 8.000 Comuni italiani oltre 31 miliardi di euro così distribuiti:

  • IMU e TASI: 18,8 miliardi;
  • Tassa rifiuti (TARI): 7,3 miliardi;
  • Addizionale IRPEF: 4,3 miliardi;
  • Imposta di scopo: 14 milioni di euro;
  • Imposta di pubblicità: 426 milioni di euro;
  • Imposta di soggiorno: 105 milioni di euro;
  • Occupazione spazi e aree pubbliche (TOSAP): 218 milioni di euro.

La stessa CGIA, per bocca del suo segretario Giuseppe Bortolussi, dichiara: “L’eventuale semplificazione della tassazione comunale renderebbe più facile pagare le tasse: una richiesta che ormai tutti i cittadini invocano. Ma oltre a semplificare bisogna anche ridurle, visto che per l’anno in corso la tassazione sulla casa ha assunto dimensioni non più sostenibili”.

Gli effetti per i cittadini

La somma di tutte le tasse comunali che già paghiamo verrebbe di fatto unificata in un unico tributo, appunto la Local Tax. Non sappiamo ancora però se questa somma sarà maggiore di quella che già paghiamo oggi e di quanto.

Aliquote

La Local Tax deriverà dalla somma delle aliquote IMU e TASI, ma ancora non si sa se verrà o meno previsto un tetto complessivo del 10,6 per mille, eventualmente incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille, o si lascerà mano libera ai Comuni. L’aliquota standard potrebbe essere portata ad valore tra il 3,3 per mille, il massimo applicato nel 2014, ed il 4 per mille dell’IMU 2012 così da compensare la riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale.

Affitti

Potrebbe essere cancellata la quota a carico degli inquilini in caso di immobili ad uso abitativo. Quota che invece resterebbe a carico di imprese ed esercenti, in caso di affitto dei locali, integrando nella Local Tax tributi minori come quelli sulle affissioni.

TARI

Rimarrà fuori la tassa sui rifiuti che prevede modalità di calcolo diverse da quelle già utilizzate.

Considerazioni Personali

Non conoscendo gli effetti e gli importi di questa Local Tax, che verrà definita Comune per Comune, non si può dire molto. Qualcosa sulle intenzioni del legislatore la possiamo dire.

Il Governo sostanzialmente, per bilanciare il taglio da Spending Review, sta semplicemente spostando la tassazione (o creando nuova tassazione?) verso i Comuni: “Non vi diamo più soldi. Vi diamo gli strumenti per tirarli fuori e voi fate come vi pare, è evidente che poi ne risponderete di fronte ai cittadini“.

Non so se questo atteggiamento sia corretto o meno. In qualche modo è ovvio che i soldi per pagarci i servizi li dovremo pur tirar fuori. Solo non vorrei che questa Local Tax fosse solo l’ennesima “paraculata” per aumentare la tassazione e darne poi la responsabilità ai Comuni e ai Sindaci.

È infatti sotto gli occhi di tutti (basta leggersi i bilanci) che molti Comuni italiani, e Bracciano tra questi, sono in seria difficoltà a causa del Patto di Stabilità (QUI è spiegato abbastanza bene cos’è e quali siano i suoi effetti). A questo andrà ad aggiungersi il taglio dei trasferimenti dallo Stato Centrale. E cosa potranno fare i Sindaci se non andare a chiedere i soldi direttamente ai cittadini? Infatti le soluzioni per chiudere i bilanci a saldo zero sono due: o si eliminano i servizi, anche quelli essenziali (trasporti, assistenza, scuole) o si chiedono soldi con le tasse.

C’è solo un problema: i cittadini già pagano una marea di tasse allo Stato Centrale per i servizi di cui fruiscono!

Ricapitolando: per i servizi della mia città pago i tributi comunali; per quelli della regione pago l’addizionale regionale; per la pensione pago i contributi; per le autostrade pago un pedaggio; per i consumi pago l’IVA. Ma allora perché dovrei pagare anche l’IRPEF?

Ovviamente questo è un ragionamento volutamente stupido ed una provocazione un po’ “sempliciotta”, però ci aiuta a capire che un aumento ulteriore della tassazione, se lineare (quindi a carico di tutti: ricchi o poveri), avrebbe un effetto disastroso.

Quindi il Governo “la butta in caciara” e sposta la responsabilità sulle giunte locali? Speriamo davvero non sia così! Capisco la necessità di riformare questo paese ma così sarebbe decisamente troppo.

 

 

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