Quel coltello pronto a uccidere ancora (Adriano Sofri).

Adriano SofriA voi l’articolo di Adriano Sofri, di cui al tiolo, pubblicato sul blog triskel182: clicca qui.

Qui un estratto:

“ERBIL – DOPO l’8 agosto, quando gli aerei americani avevano cominciato a bombardare le postazioni dello “Stato Islamico”, i suoi portavoce li hanno
derisi e sfidati.
SIETE una banda di vigliacchi, scendete sulla terra e vediamocela da veri uomini». Più o meno così, le parole sono quelle di sempre fra “veri uomini”: «Scendi, se hai il coraggio!». I veri uomini dell’Is stavano appunto valorosamente sgozzando gente inerme, violentando madri e sorelle davanti a figli e fratellini, sghignazzando delle implorazioni dei vecchi, e insomma tutta la vecchia eterna vigliaccheria dei veri uomini.
James “Jim” Foley era stato rapito una prima volta in Libia, con un fotografo sudafricano, Anton Hammerl, rimasto ucciso subito, e una free-lance, Clare Morgana Gillis, che poi l’aveva descritto così: «A chiunque e dovunque Jim piace subito, appena incontrato ». A quasi chiunque, quasi dovunque. Rapito per la seconda volta in Siria, non dev’essere piaciuto a nessuno dei suoi successivi padroni, che se lo sono rivenduto lungo quasi due anni, finché è finito nelle mani dell’Is. La ferocia non è coraggiosa. L’Is ha vigliaccamente ucciso il proprio ostaggio.”

Come Europa, cosa stiamo facendo per “arginare” i nuovi barbari? Parliamo di guerra giusta o ingiusta, legittima o illegittima. D’altronde non siamo neanche stati capaci di costruire un esercito unito. Non abbiamo una posizione chiara o, quantomeno, non la traduciamo in azioni concrete. l’IS va spazzato via, senza se e senza ma.

Voglio vedere se parleremo ancora della violenza colonialista quando ci troveremo questi pazzi alle porte.

Adriano Sofri – Sessantotto : L’Utopia della Realtà [2 Dvd]

2 Risposte a “Quel coltello pronto a uccidere ancora (Adriano Sofri).”

  1. Occorre prendere coscienza che la battaglia contro l’ISIS è una battaglia vitale per l’Occidente. Questo non deve esentarci da una riflessione sul perchè l’ideologia islamista di Daesh ha preso piede in modo così dirompente nel mondo arabo-islamico. Forse forse la violenza colonialista e le successive ingerenze occidentali che citi sono una delle cause?

    1. Assolutamente si. Sono una delle cause. La violenza è comunque generata, IMHO, dalla sete di potere di qualcuno che, come per i leader occidentali in maniera molto più edulcorata, sfrutta l’ideologia e le infinite guerre tribali (sunniti vs. sciti vs. curdi) per i proprio comodi.
      Guarda l’esempio del conflitto israelo-palestinese: come vivono i leader di Hamas rispetto al resto della popolazione?
      Detto questo, credo che in occidente dovremmo cominciare ad interrogarci seriamente e serenamente sul nostro concetto di tolleranza universale; se questo possa essere ancora valido.
      Ovviamente, nel contempo, dovremmo smetterla di sfruttare il medio oriente tout court.
      Grazie davvero per il tuo interessante spunto di riflessione.

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