Jobs Act: votata la fiducia in Senato

Senato. Discussione sul Jobs Act
Petroncelli porta monetine a Poletti e Boschi

Ieri il Governo ha ottenuto la fiducia in Senato sul Jobs Act dopo aver presentato un maxi-emendamento, frutto di mediazione con le minoranze interne e con i Sindacati, al DDL della riforma del lavoro. Il capitolo articolo 18 è rimasto comunque invariato.

Fiducia Jobs Act: Antefatto

Dopo la Riforma del Lavoro fatta dal Ministro Fornero e le modifiche del Governo Letta (Ministro Giovannini), il Ministro Poletti del Governo Renzi ha scritto un pacchetto di riforme sul Mercato del Lavoro e Welfare, incentrato sul Jobs Act: testi, proposte di Sindacati e Confindustria, implicazioni per i dipendenti sulle modifiche all’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, agevolazioni per le assunzioni di giovani lavoratori e innovazioni.

La cronaca: volano gli stracci (i fogli)

La serata è stata molto tesa e la seduta sulla fiducia al Jobs Act è stata interrotta in più di un caso per le proteste accesse dell’opposizione.
In particolare il M5S ha interrotto più volte il Ministro Poletti mentre esponeva il testo.
Vito Petroncelli (Capogruppo dei senatori M5S) è stato espulso per aver sventolato un folgio bianco, allusivo della delega in bianco che il Governo chiedeva all’aula mettendo la fiducia sul DL). Altri senatori M5S hanno mostrato cartelli e monetine allo stesso Poletti.
La seduta è stata poi sospesa per consentire alla Commissione Bilancio di studiare il nuovo maxi-emendamento.
Infine i senatori leghisti insieme ai M5S hanno occupato i banchi del Governo e lanciato fogli bianchi contro il Presidente dell’Assemblea Grasso. Il Capogruppo dei leghisti gli ha lanciato contro perfino una copia del regolamento del Senato.

Nel frattempo a Milano, dove preparava il vertice europeo sul lavoro, Matteo Renzi replicava così sul Jobs Act:

“possono contestarci ma la verità vera è che questo paese lo cambiamo. Non molliamo di un centimetro e con tenacia raggiungeremo l’obiettivo”.

Comunque, nonostante la confusione nell’aula, il Ministro Boschi è riuscita a presentare il maxi-emendamento sostitutivo del Ddl approvato in Commissione Lavoro che è stato infine votato con questi risultati:

  • 165 voti a favore;
  • 111 voti contrari;
  • 2 astenuti.

Il Maxi-emendamento

  • Contratto Indeterminato a tutele crescenti con l’anzianità di servizio:l’Articolo 18 resta per i licenziamenti discriminatori e disciplinari da specificarsi successivamente; indennità economica invece prevista per i licenziamenti economici;
  • Riduzione delle attuali fattispecie contrattuali, soprattutto quelle dei contratti precari, che verranno sostituite dal nuovo contratto unico, reso più conveniente rispetto agli altri in termini economici;
  • Revisione della disciplina delle mansioni con modifica dell’articolo 13 dello Statuto dei Lavoratori, prevedendo il demansionamento in caso di riorganizzazione aziendale solo in base a parametri oggettivi e tenendo conto delle condizioni di vita economiche dei lavoratori.

Considerazioni personali

Alla fine, rispetto al testo precedente, non è che le cose cambino molto secondo me.

Emerge la “protezione” contro il licenziamenti disciplinari da parte dell’autorità giudiziaria che potrà, a seconda di casi ben specifici e specificati nel testo, disporre il reintegro.
Quindi, se nel testo precedente l’art.18 rimaneva -nei nuovi contratti triennali a tutele crescenti-  solo per licenziamenti discriminatori, ora viene confermato anche per i licenziamenti disciplinari. Per i licenziamenti economici è previsto invece solo l’indennizzo del lavoratore.

Riassumendo:

  1. Licenziamenti discriminatori > reintegro
  2. Licenziamenti disciplinari > reintegro per casi specifici. Indennizzo nei restanti casi
  3. Licenziamenti economici -> indennizzo

Come ho già avuto modo di considerare (leggi qui), alla fine non cambierà poi molto per i contratti nuovi. Per i vecchi non cambierà assolutamente niente!
Personalmente, alla luce di tutto questo, non capisco le posizioni oltranziste dei Sindacati e minoranza PD contro il governo, reo di voler abbattere l‘ultimo baluardo contro la discrezionalità dei licenziamenti da parte dei datori di lavoro.
Le regole ci sono e ci saranno e gli impatti saranno più positivi che negativi se verranno stanziati fondi sufficienti per nuovi ammortizzatori sociali e per le nuove forme contrattuali.

 

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