Corte dei Conti condanna il Sindaco di Bracciano

Corte dei conti - LazioCome da titolo, il 6 agosto 2015, la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale Regionale per il Lazio, ha pubblicato la sentenza che potete trovare Qui in PDF.

Sostanzialmente la Corte dei Conti ha condannato in primo grado di giudizio il Sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, a “risarcire al Comune di Bracciano, unico investitore e socio unico della Bracciano Ambiente s.p.a., e proprietario dell’impianto di Cupinoro, la somma di euro 900.000,00, oltre interessi”.

E’ stato invece assolto Luigi di Matteo.

Mi sono preso la briga di leggere le 96 pagine in formato .epub della sentenza e, dato il fatto che non sono un avvocato o un addetto ai lavori, non sono riuscito ad andare troppo “in fondo”.

La storia

Si è realizzato nel 2011 un impianto per il trattamento del percolato per la discarica di Cupinoro. Questo impianto avrebbe dovuto essere autonomo energeticamente e, quindi, avrebbe dovuto coprire i costi del servizio pubblico per il quale era stato realizzato in virtù dell’apporto del biogas da un altro impianto, di proprietà della ENTEC, preesistente e utilizzato dalla società in virtù di concessione per la captazione del biogas sin dal 2004, il quale avrebbe dovuto fornire l’intero fabbisogno energetico e che tale apporto non ha mai garantito per inefficienze proprie.

A causa di tali insufficienze, l’impianto di Cupinoro non è a sua volta risultato efficiente, causando danni al Comune di Bracciano, socio unico della B.A. per complessivi 1.284.163,12€ (345.015.17€ per la realizzazione dell’impianto, e 939.147,95€ per i costi extra sopraggiunti per il mancato funzionamento dell’impianto).

L’accusa della Corte dei conti

Sostanzialmente l’impianto accusatorio si basa su 3 paletti principali:

  1. Le scelte degli amministratori (anche e soprattutto passati) di appaltare alla ENTEC l’impianto di captazione di biogas (malfunzionante)  hanno portato ad un danno patrimoniale per la Bracciano Ambiente e, di conseguenza, anche al Comune di Bracciano in quanto socio unico;
  2. La Bracciano Ambiente si configura come società “in house” su cui il Comune doveva vigilare e, tramite i suoi rappresentanti, non ha fatto (ipse dixit Rosa Francaviglia);
  3. Le azioni del Comune per mettere in mora la ENTEC non sono state giudicate valide. Il Comune avrebbe dovuto denunciare per inadempienza la ENTEC.

Il Giudizio di I grado

la Corte dei Conti, rigettando le eccezioni della difesa ha:

Assolto Di Matteo e Condannato il Sindaco Giuliano Sala a risarcire al Comune 900.000€ per non aver vigilato adeguatamente sull’andamento della B.A. e per non aver “denunciato” la ENTEC.

Il comunicato stampa del Sindaco di Bracciano

il Sindaco Giuliano Sala, dopo la sentenza di condanna, ha divulgato la nota che segue e che potete trovare a questo link:

“Con questa mia comunicazione desidero rappresentare il mio personale stato d’animo conseguente alla condanna ricevuta in primo grado da parte della Corte dei Conti, per aver arrecato, per colpa grave, un danno al Comune di Bracciano nella mia qualità di socio unico della Bracciano Ambiente Spa.

La condanna deriverebbe dal parziale funzionamento di un impianto di trattamento del percolato, la cui realizzazione era obbligatoriamente richiesta nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Regione Lazio nel maggio 2007 alla Bracciano Ambiente, quando ancora non ero stato eletto sindaco.
L’impianto di percolato, per poter funzionare doveva sfruttare il calore fornito dall’impianto di trattamento del biogas, costruito dalla ditta privata ENTEC quando la discarica era gestita dal privato S.E.L. s.c.a.r.l.. L’energia prodotta dall’impianto di captazione di biogas risultava insufficiente per l’ottimale funzionamento del collegato impianto di percolato, pertanto la stretta interdipendenza tra le due strutture ha fatto sì che il malfunzionamento dell’impianto costruito e gestito dalla  Soc. Entec, costituisse un impedimento alla corretta e funzionale operatività dell’impianto di trattamento del percolato costruito e gestito della Bracciano Ambiente, che è stato regolarmente collaudato e pertanto da ritenersi ad ogni effetto funzionante.
La mia colpa sarebbe, a detta del giudice contabile di primo grado, quella di aver permesso alla Bracciano Ambiente la costruzione dell’impianto di trattamento del percolato, e di non aver effettuato comunicazioni alla società ENTEC  in merito a suoi inadempimenti . La Bracciano Ambiente, tra l’altro, si è sin da subito attivata per mettere in mora la Società Entec e  per sollecitare la soluzione del problema di mal funzionamento, attraverso comunicazioni ed incontri.
Certamente sono molto amareggiato da questa condanna della giustizia contabile, soprattutto perché in tutti questi anni da sindaco di Bracciano, ho sempre cercato di fare gli interessi legittimi dei cittadini, mi sono impegnato in maniera totale, trasparente e corretta nell’amministrazione dell’ente pubblico dedicando tutte le mie energie e l’impegno possibile al rispetto del ruolo ricoperto, rinunciando a dedicarmi  al mio lavoro privato e alla mia famiglia.
Sono dispiaciuto anche per tutte quelle meravigliose persone che in questi lunghi anni hanno condiviso con me, in modo serio e disinteressato, il governo della cosa pubblica; per gli assessori e i consiglieri che si sono di volta in volta alternati e che hanno sempre creduto nei progetti da realizzare, confrontandosi in maniera partecipativa.Sono dispiaciuto per tutte quelle persone che hanno creduto in me e che mi hanno sempre  sostenuto liberamente e con convinzione.
Sono dispiaciuto perché accerto e verifico un accanimento tendente in particolare alla   delegittimazione della mia persona  ed in generale a quella dei rappresentanti istituzionali.
Sembrerebbe che oggi, per poter svolgere il ruolo di sindaco, occorra inglobare in una sola persona la formazione ed il titolo di ingegnere ambientale, di avvocato con capacità e conoscenze amministrative e penali, di esperto in contabilità pubblica e revisione contabile. Per assurdo, qualora ci si avvalesse di tutte queste consulenze professionali non reperibili in un piccolo comune, si potrebbe incorrere in un danno erariale per spreco di denaro pubblico. Siamo al paradosso che indipendentemente da come  ti muovi , rischi sempre e comunque in proprio.In ogni caso voglio decisamente affermare che il mio stato d’animo è di assoluta consapevolezza di non aver mai approfittato della pubblica amministrazione per motivi personali e di aver sempre cercato di aiutare, nella piena legittimità, tutti coloro che si sono rivolti a me in questi lunghissimi anni.Sono convinto che la definizione del giudizio di appello che mi accingo a proporre,  potrà ristabilire il giusto equilibrio rispetto alla sentenza di primo grado.Ho imparato a mie spese, che nello svolgimento del ruolo di sindaco di un paese, ci sono i momenti esaltanti e coinvolgenti della vittoria elettorale, i momenti di grande soddisfazione e gratificazione quando realizzi scelte rilevanti ed innovative, i momenti di delusione perché sei impotente a risolvere, per mancanza di risorse o per i troppi vincoli imposti, le emergenze quotidiane che tutte le pubbliche amministrazioni locali vivono, i momenti, come questo, nei quali il sentimento prevalente  è quello di gettare tutto all’aria e pensare “ma chi me lo fa fare”.Poi, però, ritorna la freddezza e la razionalità del pensiero, che ti riconduce a  pensare quale sia il meglio per la comunità amministrata.Ho bisogno, pertanto di riflettere qualche giorno, per comprendere al meglio il da farsi, confrontandomi in primis con la mia famiglia e con le persone che stanno con me condividendo questa esperienza politico-istituzionale. Ritengo di avere comunque la giusta serenità e la lucidità per poter prendere la migliore decisione possibile in questo difficile momento.”
Qui copia della Nota del sindaco: “Sindaci parafulmini” in formato PDF.

Reazioni opposizioni:

Il tenore con cui è stata accolta la sentenza da parte degli avversari politici del Sindaco mi da un po’ da pensare. Qui qualche commento preso su Facebook:

Rappresentante M5S:

Quand’anche io decida di difendere il Sindaco o, quantomeno, di esprimere la mia umana solidarietà dovrei quindi presentarmi a giudizio? E a giudizio di chi? Mah… sono basito. Evidentemente Tellaroli scalpita per dimostrare quanto è bravo a gestire la cosa pubblica (onestamente non credo ne abbia le capacità).

Destra braccianese:

Credo che a Bracciano ci sia poco da liberare. Anche perché se l’alternativa deve essere composta dalla premiata ditta, allora Bracciano sarebbe proprio in una botte di ferro. Si, si! 🙂

Considerazioni Personali

Queste sono le considerazioni che mi sono venute in mente leggendo tutta la sentenza. Prima di farvi un’idea vi consiglio quindi di fare lo stesso.

Faccio fatica a comprendere perché addossare tutta responsabilità del fatto sopra descritto al solo Sindaco di Bracciano. Così come faccio fatica a credere che il predetto Sindaco nulla abbia fatto per sanare il problema. Faccio anche fatica a capire perché non si siano tirati in ballo anche gli amministratori e direttori della Bracciano Ambiente e dell’impianto di Cupinoro (qui una copia vetusta dell’organigramma della Bracciano Ambiente).

Possibile che non ci sia stato nessun delegato per risolvere questa grana? Possibile che il Sindaco non abbia fatto niente? Non ci credo sia stato così “babbeo”.

Vedremo cosa verrà fuori nel giudizio di appello…

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