Area metropolitana: serviva veramente?

Area MetropolitanaCome già scritto in un altro articolo (vedi qui), con l’elezione del Consiglio Metropolitano del 5 ottobre entreremo nel vivo dell’istituzione della Area Metropolitana del Comune di Roma (Città Metropolitana Roma Capitale).

Ricordo che questa istituzione nasce dopo una lunga e complessa genesi ed andrà a sostituire nel tempo la Provincia nella maggior parte delle sue competenze.

In molti lamentano scarsa conoscenza del tema dell’area metropolitana, e per scarsa informazione e anche per il fatto che le amministrazioni ed i loro rappresentanti o non ne hanno parlato o semplicemente ne sanno poco o nulla a loro volta.

Perché l’area metropolitana?

Quando poi si cerca di approfondire il tema la domanda sorge spontanea: “Ce n’era davvero bisogno? Non potevano a questo punto mantenere le vecchie Provincie?”

Ovviamente la risposta è ovvia: di città metropolitana se ne parlava ormai da decenni e quale migliore occasione per la sua istituzione se non la populistica necessità di ridurre gli organismi di governo locale e le loro poltrone? Alla fine sono state smantellate le provincie e le poltrone, come già richiesto e promesso in diverse sedi di discussione, ed è stato creato l’istituto dell’area metroplitana dove il “capo” è il Sindaco della città capoluogo ed i consiglieri sono nominati per elezione di II livello (non dai cittadini ma dai sindaci e dai consiglierei dell’area metropolitana stessa) e TUTTI non percepiscono indennità per il loro lavoro.

Ma perché un consigliere metropolitano, che già ha un suo incarico, ne dovrebbe assumere anche un altro senza avere ritorno economico? Potrebbe in queste condizioni svolgere al meglio i suoi 2 (almeno) mandati?

Le competenze dell’area metropolitana

Veniamo ora alle competenze dell’area metropolitana.

La relazione al DDL iniziale di istituzione parlava dell’area metropolitana come di: “uno strumento di governo dalle ampie e robuste competenze”. Purtroppo alla fine si è invece creato un istituto similissimo all’attuale Provincia, anzi indebolito.
Il sindaco metropolitano che, tra l’altro, lavorerebbe gratis si troverà ad amministrare le funzioni delle provincie: coordinamento pianificazione territoriale, mobilità, infrastrutture, ambiente. In aggiunta ci sarebbero il piano strategico e la promozione dello sviluppo (senza risorse aggiuntive).

Le città metropolitane saranno, per funzioni e natura, “enti di governo”, con competenza sulla cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali (al proprio livello), ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee. Alle città metropolitane sono fra l’altro attribuite le funzioni fondamentali delle province e forti funzioni di gestione in ambiti significativi:

  1. adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’ente e per l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all’esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle regioni, nel rispetto delle leggi delle regioni nelle materie di loro competenza;
  2. pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano;
  3. strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i Comuni interessati la città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive;
  4. mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano;
  5. promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio;
  6. promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.

Conclusioni

Come già ampiamente descritto in questa disamina ed in quella precendente, l’area metropolitana avrà in se moltissime competenze e di una certa forza potenziale dirompente: controllo dell’urbanistica, della sanità, della mobilità, di tutti in servizi (vedi anche smaltimento rifiuti). Rispetto alla Provincia serviva davvero? Forse no. O, meglio, sembra semplicemente che sia sostituito questo ultimo istituto con un altro con meno costi organizzativi.

Certo da questo avvicendamento potremo trarre anche dei vantaggi. Infatti l’assetto definitivo dell’area metropolitana potrà essere cambiato e ridefinito dal nuovo Statuto che dovrebbe essere nelle intenzioni del legislatore il vero strumento organizzativo e di governo dell’ente.

A questo punto dobbiamo premere sulle nostre rappresentanze locali affinché faccio sistema, fronte comune per esprimere e far valere le esigenze dei nostri territori il sede di Consulta dei Sindaci, organismo che andrà a costruire e votare il predetto Statuto.
Solo allora potremo sapere se il DDL ha fatto centro e se l’area metropolitana serve davvero o se sarà stato un colossale buco nell’acqua.

Fonti:
Lavoce.info
Governo.it

Le aree metropolitane in Italia e nel Mondo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.